Avvenire: aggressioni, corsi di autodifesa al femminile

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La maggior parte di loro non ha subito violenza. Ma quasi tutte, almeno una volta, sono state importunate ed hanno avuto paura. Perciò sono numerosi a Milano e in Lombardia i corsi di autodifesa rivolti alle donne. Le tecniche sono le più disparate: coreana, israeliana o americana. In comune hanno l’obbiettivo di migliorare sicurezza personale e la consapevolezza che anche nelle situazioni più difficile si può sperare di venirne fuori. Simona racconta di aver deciso di iscriversi a un corso serale dopo” un episodio capitatole in un locale dove un tizio mi ha afferrata e stretta al muro. La cosa sfortunatamente si è chiusa lì, senza problemi, ma la cosa mi ha fatto capire che è molto facile trovarsi in situazioni dove nessuno può o vuole venire in aiuto”.

Intanto aumentano le vendite dei così detti spray al peperoncino. Prodotti il cui uso è però considerato illegale . “ la quasi totalità degli strumenti antiaggressione presenti sul mercato”, spiega la polizia sul sito internet, sono annoverate tra le armi comuni,”in quanto strumenti la cui destinazione naturale è l’offesa alla persona”. Ad oggi sono solo tre i prodotti per la difesa personale di cui è consentita la libera vendita, perché il modesto contenuto di sostanza attiva non è propriamente in grado di “recare offesa alla persona, qualificandoli quindi, “non armi” e ritenendo ammissibile la loro libera vendita e circolazione” non è perciò detto che avere nella borsetta un portachiavi o una penna urticante faccia svanire le insicurezze. “ avevo notato – racconta Daniela – che la paura mi aveva costretta a chiudermi in me stessa, al punto di temere talvolta giustamente talvolta esageratamente, situazioni quotidiane: uscire da sola era diventato motivo di angoscia, tanto che cercavo di vestirmi in modo da non farmi notare pur di non essere importunata”. Anche Daniela alla fine ha scelto un corso antiaggressione, come quelli Difesa Donna, patrocinati dalla provincia di Milano e d ormai diffusi in tutta Italia. Roberto Bonomelli, direttore tecnico della struttura con sede a Sesto San Giovanni, dopo gli anni trascorsi nelle palestre di Los Angeles promuove un metodo a portata delle donne di ogni età.

Secondo l’istruttore non basta saper menare le mani. “ la maggior parte delle arti marziali- osserva – insegna infatti ad affrontare un combattimento tipo duello, che ben poco ha a che fare con un’aggressione uomo donna”. Perciò durante il corso vengono analizzate svariate situazioni di rischio (in treno, in auto, in auto, in casa, in strada) per imparare a valutare il pericolo. Il passaggio successivo è la “difesa verbale”. “alle allieve – spiega Bonomelli – viene insegnato ad usare la voce, insieme a un’adeguata postura, per scoraggiare l’aggressore e nel contempo attirare l’attenzione di eventuali passanti. Infine vengono insegnate tecniche di difesa fisica: i colpi sono estremamente semplici ed efficaci, non vengono insegnati pugni né calci coreografici, i principi guida sono l’immediatezza della reazione e l’efficacia”. Come dire, state alla larga da questa “cintura rosa”.

“Avvenire”, 8 febbraio 2009

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